Fondi: La preside dell’istituto Aspri ripristina l’equilibrio tra alunni italiani e stranieri
Il recente episodio che ha coinvolto l’istituto Alfredo Aspri di Fondi ha dimostrato quanto il tema dell’integrazione scolastica sia delicato e rilevante. La preside ha deciso di modificare la composizione delle classi di prima elementare per rispondere alle richieste di equilibrio tra alunni italiani e stranieri, suscitando il dibattito nella comunità locale. Questa decisione è stata influenzata dalla pressione delle famiglie italiane e dalla necessità di creare un ambiente scolastico inclusivo.
Il contesto della decisione della preside
Cosa ha spinto al cambiamento
Secondo quanto riportato dal sindaco di Fondi, Beniamino Maschietto, la modifica della composizione delle classi di prima elementare all’istituto Aspri è stata una risposta necessaria a una situazione che stava creando tensioni all’interno della comunità. Negli ultimi periodi, alcune famiglie italiane hanno deciso di trasferire i propri figli ad altri istituti a causa della predominanza di alunni stranieri, in particolare indiani. Questo ha portato a una fuga dalle classi, facendo emergere un problema che necessitava di attenzione.
Il sindaco ha spiegato che la variazione prevede la creazione di classi formate da 12 alunni stranieri e 6 italiani. Questa scelta vuole garantire una maggiore integrazione e ridurre l’isolamento culturale che molte famiglie italiane percepivano. Maschietto ha sottolineato che la comunità indiana e quella italiana sono state sensibilizzate a riguardo, invitando entrambi i gruppi a collaborare per affrontare e superare le differenze.
L’episodio e le sue ripercussioni
Il problema della fuga di famiglie italiane dalle classi della scuola Aspri è emerso con maggiore evidenza a causa dei lavori di ristrutturazione che costringono gli studenti a seguire le lezioni in una succursale. Questo cambiamento temporaneo ha ulteriormente spinto le famiglie italiane a cercare scuole alternative, alimentando la sensazione di esclusione. Le famiglie che hanno scelto di trasferire i propri figli hanno giustificato la loro decisione affermando di non voler vedere i propri figli in maggioranza con coetanei stranieri.
L’intervento della preside, quindi, riflette un tentativo di risolvere un conflitto sociale in atto, in un contesto dove la diversità culturale è crescente e in cui la necessità di un’integrazione significativa si fa sempre più pressante.
Reazioni della comunità e delle istituzioni
La voce della comunità religiosa
Don Alessandro, parroco di Fondi, ha espresso chiaramente il suo disappunto riguardo alla situazione. Secondo lui, “non ci sono persone di serie A e di serie B”, evidenziando la necessità di un’accoglienza universale all’interno della comunità. Ha anche rimarcato che le parrocchie e le associazioni locali stanno attivamente lavorando per promuovere progetti di integrazione, come le esperienze di doposcuola per bambini indiani. Questo approccio mira a costruire ponti tra le varie culture, favorendo l’incontro e il dialogo.
Don Alessandro ha anche sottolineato che la sfida di accogliere le diversità non è limitata a una sola comunità, ma riguarda tutti i cittadini fondani. La parrocchia, come ente attivo nella comunità, gioca un ruolo chiave nel promuovere il rispetto reciproco e l’integrazione. La creazione di iniziative inclusivi è cruciale per affrontare le paure e le tensioni che possono emergere in una società multiculturale.
Il dibattito politico locale
Il dibattito sulla discriminazione, specialmente riguardo ai bambini, è stato sollevato anche da rappresentanti di Sinistra Italiana. La responsabile per la scuola e la formazione della Regione Lazio, Susanna Crostella, ha ammonito riguardo agli effetti negativi delle forme di esclusione, sottolineando l’importanza di un percorso educativo che promuova l’integrazione culturale. Le sue dichiarazioni richiamano a un dovere collettivo di affrontare e superare le divisioni, affinché le scuole diventino luoghi di arricchimento reciproco piuttosto che di divisione.
Le preoccupazioni di Azione
Dall’altro lato, il movimento Azione ha criticato l’approccio dei genitori che hanno scelto di trasferire i propri figli, considerandolo un passo che “non fa loro onore”. Hanno espresso preoccupazione per la situazione attuale degli istituti scolastici a Fondi, evidenziando che le aule non sono adeguatamente attrezzate e che le risorse per le attività all’aperto sono pressoché assenti. Questi problemi strutturali influenzano il benessere e l’esperienza educativa dei bambini, rendendo necessaria un’azione decisa da parte dell’amministrazione comunale.
Azione ha concluso il suo comunicato esortando i rappresentanti locali a trovare soluzioni immediate e concrete per garantire un’istruzione di qualità a tutti i bambini, indipendentemente dalla loro origine. Un impegno per il futuro dei giovani fondani che non può essere trascurato.
Il caso della scuola di Fondi serve da monito e spunto di riflessione su come la società possa affrontare le sfide dell’integrazione e della multiculturalità in un contesto educativo.