Omicidio Luca Sacchi: La Cassazione conferma la volontarietà dell’azione di Del Grosso
La recente sentenza della Corte di Cassazione sul caso di Luca Sacchi, ucciso a Roma nel 2019, chiarisce definitivamente la natura dell’omicidio. I giudici hanno accertato che Valerio Del Grosso aveva tutto il proposito di uccidere, mirando intenzionalmente agli organi vitali della vittima. Le motivazioni della sentenza offrono una visione profonda e inquietante della dinamica che ha portato a questo tragico evento, confermando la condanna a ventisette anni di carcere per Del Grosso e riaprendo il dibattito sulle responsabilità degli altri coinvolti.
Il delitto di Luca Sacchi: le circostanze fatali
La notte del 23-24 ottobre 2019
L’omicidio di Luca Sacchi ha avuto luogo in una serata che sembrava promettere solo un incontro di routine. Luca si trovava con la sua fidanzata Anastasiya Kylemnyk quando è stato avvicinato da Valerio Del Grosso e dai suoi complici, Paolo Pirino e Marcello De Propris. Gli eventi si sono rapidamente trasformati in una scena di violenza fatale, culminata in uno sparo che ha spezzato la vita del giovane. Le motivazioni della Corte di Cassazione evidenziano che Del Grosso non ha agito d’istinto, ma con una premeditazione che rivela la gravità del suo intento criminoso.
Preludio all’omicidio
I giudici hanno ricostruito con attenzione le ore precedenti all’omicidio. Del Grosso era determinato a portare a termine un piano di rapina, ritenendo che la somma di denaro presente nello zaino di Luca fosse un’opportunità irrinunciabile. Aveva, quindi, contattato Pirino come complice e De Propris per procurarsi un’arma, mostrando una chiara intenzione di commettere un crimine violento. Ciò che rende l’omicidio di Luca Sacchi ancora più allarmante è il modo in cui Del Grosso ha pensato e pianificato il colpo, segno di una mente fredda e calcolatrice.
Le motivazioni della Cassazione: un omicidio pianificato
La determinazione di Del Grosso
La Corte di Cassazione non ha avuto dubbi riguardo al fatto che Valerio Del Grosso avesse mirato intenzionalmente agli organi vitali di Luca. La decisione di sparare non è stata causata da una reazione impulsiva ma frutto di un piano dettagliato. Le motivazioni evidenziano come la scelta di utilizzare un’arma letale accompagnata dalla scelta di un bersaglio mirato, ovvero un giovane con una somma di denaro significativa, dimostrino una volontà chiara e definita di provocare una morte.
La perizia delle modalità di sparo
Nei documenti di motivazione, i giudici fanno riferimento alle modalità esecutive della sparatoria, sottolineando la pericolosità intrinseca di quanto accaduto. La scelta di utilizzare una pistola per raggiungere il proprio obiettivo non è stata casuale; Del Grosso sapeva bene cosa stava facendo e ha agito con la premeditazione necessaria per garantire la riuscita del piano. Le intercettazioni ai fini investigativi hanno poi rivelato il suo stato d’animo nei momenti precedenti, segnato da una crescente determinazione nel perseguire il crimine.
Responsabilità degli altri coinvolti
Appello per Paolo Pirino e Marcello De Propris
Non solo Del Grosso, ma anche i complici dell’omicidio sono ora sotto la lente di ingrandimento della giustizia. La Corte ha ordinato un appello bis per Paolo Pirino e Marcello De Propris, ritenuti in parte responsabili per il loro coinvolgimento diretto nella rapina. Pirino, presente sul luogo del delitto, e De Propris, fornitore dell’arma, potrebbero subire pene più severe per il loro ruolo nel tragico evento. La Corte ha messo in evidenza come anche la loro condotta abbia contribuito a creare le condizioni per l’omicidio.
La posizione di Anastasiya Kylemnyk
Anastasiya Kylemnyk, fidanzata di Luca, è stata condannata a tre anni per violazione delle leggi sulle droghe, ma la Cassazione ha richiesto un nuovo giudizio sul suo caso. Nonostante sia chiaro che abbia partecipato attivamente all’incontro per l’acquisto di droga, l’ente giuridico non ha stabilito con certezza il grado di consapevolezza che avesse circa le intenti criminali di Del Grosso e Pirino. Questi dettagli resteranno ora al vaglio di un nuovo processo, in cui è cruciale definire quale fosse realmente il suo coinvolgimento negli eventi drammatici di quella notte.
È un caso che continua a tenere alta l’attenzione della società, poiché ogni ulteriore sviluppo giuridico influenzerà non solo la vita degli imputati, ma anche la memoria di Luca Sacchi, giovane la cui vita è stata spezzata in un contesto di violenza e criminalità.